mercoledì 16 maggio 2012

Antefatto - parte I

Bene bene bene.
Sono pronta a raccontare l'antefatto della mia futura esperienza.
Come cosa non ha molto senso, detta così, ma tant'è.
Uhm, non so come procedere.
Raccontare tuuutto sarebbe lunghissimo.
Quindi direi che posso andare per date significative. Tanto so già che per ogni cosa mi dilungherò enormemente, ma meglio partire con un proposito buono che darsi già vinti in partenza.
Dunque, eccoci.


29 Luglio 2011: Mamma fa il versamento e invia via mail alla WEP (che sarebbe la mia agenzia organizzatrice) la richiesta di colloquio; sono ufficialmente una candidata a un programma di studio all'estero. (Sì, ho mandato tutto prestissimo. Ehm, è solo perché desidero farlo da quando ho 12 anni che avevo fretta - direi che è stata una scelta ponderata, già.)


(Ah, una piccola nota: io non ho detto nulla ai miei prof fino a quando non ero già iscritta eccetera. Non fatelo, se avete intenzione di seguire le orme di noi exchange - se lo sanno già, potete rompere molto di più le palle e mettergli fretta per ottenere i documenti. In generale, rende tutto più facile.)


21 Settembre 2011: Dopo quasi due mesi, la WEP si fa sentire - il mio colloquio di selezione si terrà il 27 Settembre alle ore 14.00 nella sede di Milano. Urla di gioia, salti e schiamazzi - per fortuna ho letto la lettera (teneri, usano ancora la carta) mentre ero sola in casa.


27 Settembre 2011: Il grande giorno è arrivato. Tesa come un fuso, con le mie adorate amiche/sante Ile e Clod (detta anche Cloddi o Cla - lo dico in caso più avanti la citassi con questi altri nomi) al fianco, mi dirigo verso i bellissimi uffici della WEP. Posso dire con esperienza che leggere un numero spropositato di post da un altrettanto numero di blog sul colloquio di selezione la sera prima del tuo colloquio non aiuta. Anzi, mi ha resa nervosissima. Ma per fortuna loro due erano lì <3 Tornando a noi. Per andare negli Stati Uniti, non solo bisogna fare il test psicologico, il colloquio con la psicologa e il colloquio in lingua - no, non basta; devi fare anche lo SLEP test, un esamino di inglese che consiste in un ascolto e in una parte scritta a quiz. Più si va avanti, più diventa difficile - e più io andavo avanti, più mi distraevo (ehi, c'erano quelle magnifiche matite di gomma che si attorcigliano tutte... E poi, era tutto così colorato!). Ma, obiettivamente senza troppe difficoltà, quella parte l'ho fatta (una cosa bellissima era che per fare l'ascolto hanno dato ad ognuno un iPod shuffle - altro che British Council e i suoi stereo obsoleti, tzè). Dopodiché, il fatidico test psicologico. Serve in pratica a capire che tu non sia un pazzo, o un terrorista, o tutte e due le cose. Questa è probabilmente la parte più assurda - dopo tutte le scartoffie sulle malattie, sulla tua scuola (le solite domande, la tua materia preferita eccetera), arrivano due fogli pinzati: una lista di 300 aggettivi. Sì, trecento. Che tu devi gentilmente segnare con una x se ti rappresentano. E c'è tutto, davvero. Quello che rimane sempre impresso a chiunque sostenga il colloquio è "sessualmente attraente" - mi spiegate come faccio a sapere se sono sessualmente attraente? Ora, non so voi, ma io non ho mai sentito di gente che va in giro a chiedere/dire, "Mi trovi sessualmente attraente"/"Sei sessualmente attraente". Sul serio, MAI. Ma anche lì, dopo un non-così-tremendo shock iniziale (forse forse leggere tutti i blog la sera prima era servito almeno a farmi un'idea), è filato tutto liscio. Dopo? Ehm... Ah, sì. Mi sono girata i pollici per più o meno un quarto d'ora (nel frattempo le mie amiche se ne erano andate, ahimè) e poi sono stata chiamata dalla psicologa. Non so se siete mai state da uno psicologo, ma tra loro e i supervisor dello Speaking del FCE non so chi abbia la faccia più impassibile. Zero emozioni, davvero. Secondo me si allenano davanti allo specchio... Ma comunque. La psicologa aveva analizzato il mio questionario e quello compilato dai miei a casa. Mi dice che ho una buona percezione di me stessa, che le cose che ho scritto io e quelle che hanno scritto i miei coincidono, che forse sono un po' troppo timida, ma in generale sono a posto. Grazie, abbiamo finito? No! Ora dobbiamo parlare del perché ho voluto fare l'anno all'estero. Mi hanno costretto i miei? L'aveva fatto un parente? Voglio scappare dal mio paese? No, no, forse no. Voglio farlo, punto. E' una cosa figherrima. Tornerò che il mio inglese sarà quasi perfetto. Avrò vissuto un anno della mia vita, a diciassette anni, fuori, senza i genitori, in un altro Paese e in un'altra scuola. Quando mai ti capita una cosa del genere? Quando mai ti si presenterà la stessa opportunità? Mai. Quindi, come disse Ovidio, carpe diem. Altre domande, se so a cosa sto andando in contro, se ho avuto esperienze all'estero. Rispondo sinceramente, entusiasta, piena di voglia di partire. E poi mi fa uscire. Come detto, la psicologa non lascia trasparire nulla. Poco convinta, esco ed Eleonora, che sembrava la capa, mi chiama per il colloquio in inglese. Più o meno, mi chiede le stesse cose della psicologa, altre cose sulla mia famiglia, sulla mia scuola, e mi fa compilare un po' di cosucce sulla mia famiglia ideale e su di me. Un piccolo (molto, molto piccolo) antenato del mio futuro dossier.
E poi... e poi basta. Ti faremo sapere entro una settimana-dieci giorni. Ci sentiamo presto. Vaaa bene.
(Ecco, lo sapevo che mi sarei dilungata.)


29 Settembre 2011: Info Day agli uffici WEP. Io mi ero iscritta circa due settimane prima, quando ancora non conoscevo la data del colloquio. Infatti, Eleonora - che teneva la sessione - si è un po' stupita di vedermi lì e ha fatto dirigere tutte le domande su di me, che ero quasi alla sua altezza, in fatto di conoscenze. Devo ammettere che mi sentivo Dio in Terra. Comunque, è stato interessante, e mi hanno riempita di gadget WEP *-*


FINE PARTE I


Direi davvero che per una sera basta e avanza. Vi ho annoiati fin troppo.
Random news non ne ho, a parte il fatto che la Ile nel suo saggio di ieri è stata bravissima *w* Ti voglio bene <3
Bom, passo la linea allo studio.
Buonanotte, e buona fortuna (altra citazione a caso, questa volta dall'omonimo film di Clooney).
Lawve, 
Marty


p.s.: una domanda, che rimanga tra noi - uso troppe parentesi? D:

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